Autore Topic: frattura spina tibiale ed affondamento emipiatto tibiale laterale  (Letto 6770 volte)

Offline santicuti

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Gentilissimi Dottori,

Innanzitutto Vi prego di voler scusare anticipatamente il disturbo che l’analisi di questa mio post potrà comportare.

Venendo subito al dunque, mi presento: ho 52 anni, risiedo in Puglia, di professione ingegnere “da campo” (controllo cantieri, direzione lavori etc).

A fine febbraio di quest'anno ho subito un infortunio sciistico in trentino, in soldoni a seguito di una caduta accidentale e, in una condizione in cui non si palesavano dolori acuti nella movimentazione del ginocchio, tranne che nella fase di appoggio a terra - in cui I dolori erano invece lancinanti - mi sono recato nel pronto soccorso del nosocomio più vicino dove – in prima istanza ed a seguito di test sul ginocchio – mi è stato detto che probabilmente non c’erano gravi lesioni dei legamenti, ma purtroppo – a seguito di rx - mi è stata riscontrata la “frattura della spina tibiale anteriore ginocchio sx, con avvallamento dell’emipiatto tibiale laterale”, come da rx allegato.

In ragione della mancata disponibilità di posti ricovero in tale nosocomio sono stato espressamente consigliato dallo specialista ortopedico di tale pronto soccorso a ricoverarmi per successiva operazione chirurgica di riduzione della frattura del piatto e della spina c/o altro vicinale nosocomio in trentino, piuttosto che essere stabilizzato per poi raggiungere mia sede di residenza e li essere operato.

Quanto sopra in ragione della maggiore “dimestichezza” con tali riduzioni in qualsiasi dei nosocomi trentini piuttosto che in quello di mia residenza.

Prima di essere dimesso da tale pronto soccorso per raggiungere il nuovo nosocomio, lo specialista ortopedico ha chiesto al proprio servizio la possibilità di fare tac e rm in modo da velocizzare pratica nel nuovo nosocomio ma ha riscontrato la indisponibilità per carico di lavoro degli stessi.

Così mi sono ricoverato nel nuovo nosocomio dove è stata disposta l’operazione chirurgica per la riduzione della frattura per la sera successiva.

Nel nuovo nosocomio i medici incaricati dell’intervento hanno ritenuto NON necessario ai fini operatori sia la tac che la rm, ma sufficiente in ogni caso la sola rx fattami in sede di ricovero nel primo pronto soccorso (che allego)

In assenza di tali supporti il giorno dopo il ricovero sono stato operato, il giorno dopo ancora ingessato ed il giorno successivo dimesso.

Da quanto a mia conoscenza (l’anestesia è stata epidurale ed io ero sveglio e vedevo ed ascoltavo) e da quanto riportato in documento dimissioni, l’operazione è stata sostanzialmente come di seguito caratterizzata:

intervento chirurgico di riduzione della frattura risollevando l'affondamento attraverso l'utilizzo di un battitore curvo introdotto mediante mini accesso mediale sotto controllo amplioscopico per ripristino dell’altezza della superficie articolare. Una volta terminata la riduzione è stata eseguita osteosintesi con due viti cannulate (65 e 75 mm) posizionate attraverso mini accesso laterale a mensola del frammento sollevato. Non è stato utilizzato controllo artroscopico, non sono state utilizzate rondelle per le due viti cannulate, non è stata fatta nessuna inserzione di osso sintetico e non è stato fatto alcun controllo nè alcun trattamento di menischi e legamenti, non è stata utilizzata TAC pre-op e/o post-op, non è stata effettuata RM pre-op e/o post-op.

Nel dispositivo di dimissioni è stata prescritta terapia antitrombotica con eparina, ginnastica antitrombotica ed isometrica che però (nella velocità della dimissione in ragione del fatto che il nosocomio necessitava urgentemente del posto letto) non mi è stata nemmeno minimamente illustrata, controllo rx con rimozione gesso a 30 giorni da parte di reparto ortopedico in mia sede di residenza.

Su mia espressa richiesta di avere un protocollo delle attività da effettuare nei 30 gg gesso, dopo la rimozione gesso e successivamente, mi è stato risposta che me la sarei dovuta vedere con i medici giù da me.

I medici ortopedici giù da me mi hanno detto che sarebbe cosa eticamente responsabile che coloro i quali hanno effettuato la riduzione scegliendone le tecniche e le modolatità post-op siano gli stessi a dettare eventuali protocolli post-op, anche relativi alla  trattamento fisioterapico ed alla tipologia di ausili (tutori etc) da utilizzare.

Ora io non so cosa fare e Vi chiedo di vero cuore un consiglio ed un supporto, formulando alcune domande:

- che ne pensate, sulla base delle rx che allego – della riduzione effettuata
- quali conseguenze potrebbe comportare l’aver operato in assenza di artroscopia, in assenza di inserzione di osso sintetico ed in assenza di alcun trattamento e controllo di menischi e legamenti
- visto che mi è stato gessato l’arto per 30 gg, posso fare terapie - anche elettriche - per migliorare qualcosa (tipo deficit muscolare, estensione futura etc)
- quali movimenti e/o esercizi devo effettuare nei 30 gg di gesso
- che tipo di tutore devo utilizzare dopo aver tolto il gesso
- la notte dovrò indossare il tutore
- quale protocollo rieducativo (fisiokinesi, piscine, temi e modi di carico, etc) sarebbe consigliabile utilizzare dopo la rimozione del gesso

Resto in attesa di un vostro graditissimo (non potete immaginare quanto) riscontro e con l’occasione vi saluto

Immagini RX pre e post op
https://www.dropbox.com/s/l0ypbyj9lu8y2st/1%20copia.jpeg?dl=0
https://www.dropbox.com/s/cg6guq2lk09zgj5/2%20copia.jpeg?dl=0
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https://www.dropbox.com/s/jfrdloazvfvlssf/ante_1%20copia.jpeg?dl=0
https://www.dropbox.com/s/q5jcxddpnuh0odc/ante_2%20copia.jpeg?dl=0



Offline dr. Massimo Defilippo

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  • Dr. Massimo Defilippo Fisioterapista
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Re:frattura spina tibiale ed affondamento emipiatto tibiale laterale
« Risposta #1 il: Aprile 09, 2016, 04:10:44 pm »
Citazione
I medici ortopedici giù da me mi hanno detto che sarebbe cosa eticamente responsabile che coloro i quali hanno effettuato la riduzione scegliendone le tecniche e le modolatità post-op siano gli stessi a dettare eventuali protocolli post-op, anche relativi alla  trattamento fisioterapico ed alla tipologia di ausili (tutori etc) da utilizzare.

Ora io non so cosa fare e Vi chiedo di vero cuore un consiglio ed un supporto, formulando alcune domande:

- che ne pensate, sulla base delle rx che allego – della riduzione effettuata
- quali conseguenze potrebbe comportare l’aver operato in assenza di artroscopia, in assenza di inserzione di osso sintetico ed in assenza di alcun trattamento e controllo di menischi e legamenti
- visto che mi è stato gessato l’arto per 30 gg, posso fare terapie - anche elettriche - per migliorare qualcosa (tipo deficit muscolare, estensione futura etc)
- quali movimenti e/o esercizi devo effettuare nei 30 gg di gesso
- che tipo di tutore devo utilizzare dopo aver tolto il gesso
- la notte dovrò indossare il tutore
- quale protocollo rieducativo (fisiokinesi, piscine, temi e modi di carico, etc) sarebbe consigliabile utilizzare dopo la rimozione del gesso

Si, bisogna seguire i protocolli del chirurgo, è lui che sà cosa c'era dentro e cos'ha fatto.

La riduzione non dovrebbe dare problemi, la natura ha pensato a tutto, si formerà il callo osseo e tornerai come prima.
L'artroscopia non è obbliGATORIA, ANCHE se è preferibile.
Il controllo di menisco e legamenti si può fare anche dopo la convalescenza post-frattura.
Dopo una frattura, noi consigliamo la magnetoterapia se il paziente non ha controindicazioni.
Mah, io non sono un gran sostenitore di tutori e gesso, quindi segui le indicazioni del chirurgo oppure non usare niente.
COn il gesso puoi fare esercizi per l'articolazione dell'anca e del piede.

Dopo la rimozione del gesso, per recuperare prima e meglio si consiglia la fisioterapia a secco, eventualmente anche in piscina, tanto rinforzo, recupero del movimento e dell'equilibrio, ma dovrai rivolgerti a qualche bravo fisioterapista nella tua zona.

Dr. Massimo Defilippo Fisioterapista